Sempre più persone oggi vengono nel nostro studio e ci chiedono di migliorare l’estetica del loro sorriso e di schiarire il colore dei propri denti.
Questo nasce dal desiderio di voler essere sempre in ordine, avere un aspetto estetico che ci fa sentire più sicuri nei rapporti con gli altri.

Da cosa dipende il colore dei nostri denti?
Il colore dei nostri denti dipende principalmente dallo spessore dello smalto, dallo spessore della dentina, dall’eventuale presenza di sostanze/molecole che depositandosi pigmentano lo smalto e la dentina, dalla quantità e dalla qualità della luce riflessa quando quest’ultima “colpisce” lo smalto.

Come si possono pigmentare i nostri denti?
Le sostanze che pigmentano i nostri denti possono depositarsi attraverso vie interne (durante la formazione del dente all’interno dell’osso) o attraverso vie esterne.
Le pigmentazioni e/o discromie esterne che derivano da cibi, bevande o da materiali, possono essere trattati ed allontanati con tecniche di sbiancamento professionali.
Le discromie intrinseche richiedono interventi professionali a volte combinati tra terapie cosmetiche come lo sbiancamento, terapie restaurative e terapie protesiche.

Sbiancamento un accenno storico…
L’applicazione di sostanze sbiancanti possono avere effetti positivi sul colore dei denti e di questo se ne erano accorti gli antichi Egizi e i Fenici quando inventarono lo sbiancamento utilizzando il carbonato di potassio senza dimenticare i Romani che utilizzavano materiali compositi naturali a base di cera.

Il primo agente sbiancante dentale moderno deriva dal perossido di idrogeno e dal perossido di carbamide arricchiti con un’acqua base, al fine di ridurre i problemi legati alla disidratazione del tessuto duro e l’irritazione locale dei tessuti molli.

Lo sbiancamento oggi
Il successo di una procedura di sbiancamento dipende molto dalla corretta diagnosi delle cause della discromia e dopo dalla procedura tecnica che verrà applicata.

Gli agenti sbiancanti provocano la rottura dei gruppi cromofori responsabili delle dicromie/pigmentazioni estrinseche attraverso una reazione chimica di ossido-riduzione. In particolare, i radicali dell’ossigeno sono liberati da perossidi contenuti nei prodotti sbiancanti e si diffondono attraverso il tessuto duro del dente fino alla giunzione tra smalto e dentina.
Al giorno d’oggi le tecniche utilizzate prevedono l’utilizzo di perossido di idrogeno e perossido di carbamide, utilizzati con tempi di applicazione diversi e concentrazioni differenti.
C’è una sostanziale differenza di concentrazione tra gli agenti sbiancanti che si utilizzano a domicilio e quelli che possono essere usati professionalmente nello studio odontoiatrico; rispettivamente, si utilizzano concentrazioni fino al 6% e al 40%.

Quale procedura utilizziamo nel nostro studio?

Fase Preliminare
Nella prima visita si analizzano l’anamnesi generale e dentale, utili per scoprire alcune abitudini errate che potrebbero compromettere il risultato finale ed il perdurare dello sbiancamento (eccesso di fumo, caffè o altre sostanze che pigmentano); si analizzano i tessuti duri e molli insieme ad un eventuale esame radiografico.
Si informa il paziente sulla terapia conoscendo i motivi che lo spingono a fare lo sbiancamento e i presupposti necessari per la sua realizzazione come.
– Assenza di malattia parodontale, infatti la presenza di placca e tartaro aumenta la formazione di pigmenti estrinseci
– Assenza di ipersensibilità preesistente, infatti l’agente sbiancante può aumentare (seppur temporaneamente) la sensibilità di alcuni elementi dentari
– Eventuale necessità di rifacimento successivo dei restauri, infatti quest’ultimi non sono interessati dall’agente sbiancante
– Necessità di tenere aperta la bocca per il tempo necessario, infatti si utilizzano dispositivi e tecniche che impediscono la chiusura della bocca per proteggere le labbra e le guance
– Eliminazione delle abitudini, cibi e bevande che possono macchiare i denti nelle 48 h successive come il tabacco, caffè, vino rosso, salsa di pomodoro, tè, liquirizia ecc.

Fase operativa

  1. Foto pre-trattamento
  2. Accurata protezione delle gengive con la diga
  3. Accurata protezione delle labbra mediante l’apribocca
  4. Inserimento di un esiguo dispositivo morbido tra i denti dell’arcata superiore e inferiore per ottenere una minima distanza dalle due arcate
  5. Prima applicazione del gel sbiancante per 20’
  6. Rimozione del gel sbiancante con aspiratore dedicato
  7. Seconda applicazione del gel sbiancante per 20’
  8. Rimozione definitiva del gel sbiancante
  9. Rimozione delle suddette protezioni
  10. Foto post-trattamento

Conclusioni
Alla luce di quanto esposto sopra, per ottenere un effetto estetico cromatico naturale bianco e giovanile sui denti dei nostri pazienti, è fondamentale valutare attentamente ogni caso clinico e riuscire a capire le cause che hanno alterato il colore dei denti. Solo dopo un esame clinico sarà possibile decidere il tipo di procedure e di materiali da utilizzare per ogni caso specifico.

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