Quando le temperature si alzano, abbiamo bisogno di idratarci e di bere perché attraverso il sudore eliminiamo acqua e sali minerali. A questo si aggiunge la possibilità di bere dei drink alcolici, quelli che ci dissetano nel caldo estivo!
In realtà, da buoni italiani, ci piace anche bere un bel bicchiere di vino e/o mangiarci una bella pizza accompagnata da un bel boccale di birra fresca.
Che relazione c’è tra l’alcool e la bocca?
Alcuni scienziati hanno condotto una ricerca negli Stati Uniti per analizzare la relazione tra l’alcool e i batteri presenti in tutto l’apparato digerente, a partire dalla bocca.
Il ruolo dell’alcool sul microbioma(così si chiama l’insieme dei batteri presenti nell’apparato digerente) è stato analizzato su un campione di circa 1000 persone in buona salute ai quali è stato analizzato il campione di microbioma.
Tra questi, solo un terzo era astemio e la maggior parte di coloro che assumono alcool preferiscono il vino alla birra e agli alcolici in generale.
A quali risultati sono arrivati?
- C’è una netta differenza tra i microrganismi orali tra gli astemi e i consumatori d’alcool
- I batteri commensali (cioè quelli che convivono con l’organismo) sono ridotti tra i consumatori di alcool
- I bevitori accaniti presentano una prevalenza di ceppi batterici che contengono delle specie molto dannose come la Neisseria: queste sintetizzano l’acetaldeide a partire dall’etanolo (molecola principe nell’alcool) che è ritenuta cancerogena per l’uomo.
Quali le conclusioni?
Il consumo di alcool influisce sul microbioma orale, potenzialmente aumentando la potenza dei batteri patogeni già presenti nel cavo orale.
Tutto questo si traduce nella possibilità di avere una patologia orale locale e in quella di contrarre potenzialmente neoplasie della testa, del collo e del tratto digestivo.
Riferimento dello studio
Microbiome 2018 6:59. Drinkingalcoholisassociated with variation in the human oralmicrobiome in a large study of American adults.
Xiaozhou Fan, Brandilyn A. Peters, Eric J. Jacobs, Susan M. Gapstur, Mark P. Purdue, Neal D. Freedman, Alexander V. Alekseyenko, Jing Wu, Liying Yang, Zhiheng Pei, Richard B. Hayes and Jiyoung Ahn.
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