Parodontologia
L’insieme di questi tessuti è definito parodonto ed è così composto:
- Gengiva
- Osso Alveolare
- Cemento Radicolare
- Legamento Parodontale
- Fibromucosa masticatoria perimplantare
Le malattia parodontale, definitia anche parodontite o “piorrea”, è:
- Strettamente legate agli stili di vita
- Provocate da alcune specie batteriche
- Influenzate da numerosi fattori locali e sistemici che ne modificano il decorso e la gravità
Le malattie parodontali si distinguono in gengivite e parodontite.
La gengivite rappresenta l’infiammazione del tessuto gengivale ed è caratterizzata da arrossamento del margine gengivale, edema, sanguinamento e, talvolta, aumenti del volume gengivale; è completamente reversibile ma può evolvere in parodontite quando non è curata.
La parodontite è una patologia caratterizzata dalla distruzione dell’apparato di supporto dei denti. Clinicamente si manifesta con perdita di attacco gengivale e di osso, formazione di tasche (sacche ripiene di placca batterica e tartaro) e, talvolta, recessioni gengivali.
Per semplificare, la malattia parodontale si manifesta in tre forme:
- Parodontite ad insorgenza precoce, che si sviluppa in giovane età
- Parodontite dell’adulto, che si sviluppa dopo i 35 anni di età
- Parodontite necrotizzante
I valori di prevalenza della malattia parodontale nella popolazione italiana sono all’incirca del 60%.
La prevalenza di forme gravi o avanzate è elevata (10-14 %) e aumenta drasticamente nelle fasce di età a partire da 35-44 anni.
Purtroppo, la distruzione dei tessuti di sostegno dei denti causata dalla parodontite è, nella maggior parte dei casi, irreversibile; una corretta diagnosi e successiva terapia sono in grado di arrestarne il decorso.
Per diminuire l’insorgenza della malattia parodontale è possibile effettuare una efficace ed efficiente prevenzione primaria e gli studi clinici dimostrano che la maggioranza dei pazienti affetti da parodontite mantengono i loro denti per tutta la vita se sottoposti ad adeguata terapia; tuttavia in una piccola percentuale di pazienti la terapia non risulta efficace e la sua progressione può solo essere rallentata.